Geografie della luce
Arrivando a Dubai, qualcosa che si nota a prima vista è il colore del cielo e l'intensità della luce. Una luce che sembra spesso filtrata attraverso l'atmosfera umida, nebulosa e polverosa.
Si tratta di una luce diversa dalle latitudini italiane e dell'Europa meridionale, dove i colori sono molto più saturi e la luce definisce le forme con un taglio più netto tra luce e oscurità. Un'altra peculiarità di queste latitudini è ovviamente la perpendicolarità dei raggi solari che comprime e accorcia la lunghezza delle ombre fino a farle scomparire all'interno dell'oggetto stesso.
Queste due caratteristiche generano ambienti che ricordano le fotografie dei film di fantascienza, come Interstellar o The Martian, esemplificando l'idea di illuminazione ambientale di Richard Kelly.
In questo contesto, lo spazio percettivo tra gli ambienti interni ed esterni è spesso scomodo, quasi fastidioso. I contrasti tra luce/ombra, caldo/freddo e rumore/silenzio sono spesso schioccanti, sensoriali e sopraffacenti all'entrata in un edificio. L'ingresso, idealmente, si trasforma in un ampio filtro che riceve e guida verso il punto di arrivo. Gli occhi della pelle devono leggersi delicatamente per adattarsi alle nuove geografie percettive.
Lobby VIP
La lobby della Dubai Sport Arena funge da catalizzatore cognitivo tra esterno ed interno. I rilievi sottili, sotto forma di onde sul pavimento, creano un paesaggio artificiale che media l'esperienza con le dolci dune circostanti.
Il soffitto è composto da strisce acriliche colorate orizzontali, ritmate da cinque lucernari intelligenti, in cui un sistema a LED e nanostrutture simulano una luce solare realistica e un'esperienza di cielo blu. Questo innovativo sistema di illuminazione genera un effetto che riproduce la sensazione esatta di irradiazione naturale, colpendo alcune sedute di vetro, agendo come prismi ottici, sezionando i fasci luminosi nei loro componenti spettrali poi proiettati sul pavimento.
Le pareti laterali bianche opache, fungono da tela, su cui un sistema di luci con un angolo alternato riflette i colori delle strisce acriliche, fluendo attraverso le superfici e dematerializzandole.
Luce, colore, arte e percezione visiva
Il significato di un edificio va oltre l'architettura e forse deve funzionare anche come esperienza percettiva. Il colore modifica i sentimenti umani su un altro livello cognitivo, influenzando l'umore e i sensi. La qualità e la forma delle luci di un luogo ne definiscono il carattere e la sua identità, che ne sia rivelatrice o nascosta.
Ricerche sviluppate da artisti come Robert Irwin, Nobuhiro Nakanishi e Sabine Marcelis indagano sul ruolo del colore nella percezione degli spazi individuali e condivisi. Questi riflessi risultanti sono stati integrati fin dalle prime fasi negli obiettivi del progetto. La luce che svela l'intero spettro di colori attraverso oggetti ed elementi architettonici (pavimenti, soffitti e pareti) non è complementare al progetto, ma ne è la sua materia prima.
Materia, luce e i loro opposti
Gli oggetti si rivelano attraverso il contrasto, rendendoli visibili e conferendo loro identità. Gli opposti generano identità e carattere per luoghi, cose e persone, seguendo dinamiche e principi simili. La selezione dei materiali mira a generare contrasto tra elementi contenenti e quelli contenuti (oggetti, mobili, finiture e elementi d'acqua). Pareti e strutture, parzialmente rivestite con lastre di calcare scalpellate a mano e cemento spruzzato, insieme a pavimenti in resina epossidica opaca, creano uno sfondo quasi primitivo per gli oggetti contenuti. Gli elementi che reclamano lo spazio, come le sedie in polietilene laccato metallico, i banconi in vetro trasparente colorato e le partizioni in strisce acriliche colorate, sono colpenti per colore e per la materialità effimera di ogni elemento, che assorbe e diffonde luci con tonalità diverse, quasi dematerializzate.
I corridoi che portano alle stanze private sono dotati di sistemi LED che riproducono il colore del cielo e lo spettro solare attraverso nanostrutture per compensare l'assenza di fonti naturali. La luce, intensa e precisa, illumina le pareti di mattoni di vetro ottico, suddividendo nei suoi componenti spettrali i fasci luminosi, proiettati su pavimento e soffitto superfici opache. L'effetto arcobaleno che ne deriva dipinge il pavimento in modo arbitrario e imprevedibile. La conseguente perdita di controllo mira a delineare un effetto di illuminazione astratto e senza soluzione di continuità.
Un contrasto tra luce naturale e artificiale ha preso forma dai grandi contrasti di luce ambientale che definiscono il progetto architettonico. Giocando con i confini di transizione e l'opposizione tra gli elementi, è stata creata un'esperienza inaspettata ed eventualmente unica per questo tipo di edificio.